Ai capi politici delle Coalizioni delle prossime elezioni politiche di febbraio 2013

Vi scriviamo dai territori dell’aquilano colpiti dal sisma del 2009.
Abbiamo amaramente pagato la fragilità del nostro territorio e siamo qui a chiedervi un preciso impegno perché tragedie come la nostra non accadano mai più.
C’è una Grande Opera necessaria nel nostro Paese: la messa in sicurezza del territorio da eventi sismici e dissesti idrogeologici.
Nella prevenzione di questi rischi sono stati stanziati negli ultimi 20 anni 10 milardi di euro, appena 500 milioni di euro l’anno.
Di contro dal 1944 ad oggi il costo medio dei danni provocati da calamità è di  3,6 miliardi di euro l’anno oltre al costo sociale e morale causato dalla perdita di tante vite.
Il Ministero dell’Ambiente , in un’audizione parlamentare del luglio 2012,  ha evidenziato l’urgenza di un piano nazionale per la prevenzione del dissesto idrogeologico, che prevede l’investimento di 40 miliardi di euro per i prossimi venti anni. Detto piano non è mai stato varato per mancanza di risorse.Per quanto riguarda il rischio sismico, la stessa Protezione civile dichiara che la cifra complessiva di poco meno di 1 mld di euro, stanziata all’indomani del sisma dell’Aquila ,  rappresenta una goccia nel mare, pari all’1%  del fabbisogno che occorrerebbe per conseguire il completo adeguamento sismico di tutte le costruzioni, pubbliche e private, in tutto il nostro Paese.E’ una questione di priorità e quindi di precise scelte politiche non più  procrastinabili.
E’ un pensiero lungo e responsabile che impone delle decisioni prima che le tragedie avvengano e non sempre dopo.
Per questo vi chiediamo di assumere l’impegno di finanziare il Piano nazionale di prevenzione del  dissesto idrogeologico per i prossimi venti anni con 40 miliardi di euro e investire nella prevenzione del rischio sismico almeno altrettanto per un totale di 80 miliardi di euro in venti anni.
Si potrebbe partire dalla messa in sicurezza di tutte le scuole del nostro Paese.
Non chiediamo un impegno per la ricostruzione del nostro territorio, almeno in questa sede.
Vi chiediamo di investire in prevenzione perché vogliamo che mai più come a Mirandola, mai più come a Giampilieri, mai più come a Sarno, mai più come a L’Aquila.
prime adesioni:
Appello per L’Aquila
L’Aquila che vogliamo
Legambiente L’Aquila
Policentrica onlus
Slow Food Condotta Peligna
RT ActionAid L’Aquila
Comitato Familiari Vittime Casa dello Studente
Fondazione 6 aprile per la vita
Circolo Arci Querencia
AVUS Associazione vittime universitarie sisma
3e32
Pro Natura L’Aquila
Collettivo99
Hatha Ciudad Onlus
Associazione Nazionale Difesa del Suolo
Assemblea Cittadina – L’Aquila
Associazione La Spinosa per l’Ambiente – Velletri
Movimento Arancione L’Aquila
Domani L’Aquila
LaUrAQ
Comitato Matteo Valenti
RT ActionAid Napoli – Marco Ehlardo
Studio Zero 85 – Architetti Associati – Pescara
Soc Cooperativa ACF arl
Ass. Movimento Tellurico – trekking, ecologia e solidarietà
Giovine L’Aquila
NewsTown
Vanni Biordi
Giovanni Cialone
Ezio Bianchi
Agostino Sette
Licia Infriccioli
Simonetta Persia
Giovanni Maurizi
Stefano Frezza
Caterina Di Ventura
Patrizia Peroni
Alice Cimoroni
Daria Cimoroni
Pierluigi Capulli
Stefano Cencioni
Vincenzo Chiarizia
Patrizia Bernardi
Cristiana Mancini
Alice Liberatore
Walter Cavalieri
Laura Tarantino
Angela Colafarina
Claudio Perrotti
Nicoletta Bardi
Camilla Inverardi
Roberto Aloisio
Mirko Giardino
Francesca Manzi
Andrea Balloni
Cristina Montilli
Elisabetta D’Ambrosio
Monia Colafarina
Simone Fratta
Fabio Sciarra
Iginio Tironi
Daniele Frasca
Cristhian Celi
Romina De Simone
Massimo Scoccia
Mauro Pichiassi
Federica Favaro
Vincenzo Iuvale
Carmen Coli
Luigi Fiammata
Carlo Strinella
Agnese Porto
Lilia Santori
Alessandra Canelli
Claudio Faina
Luisa Trecco
Stefano Di Giampietro
Laura Asti
Claudio Battaglia
Viviana Faggioni
Giuseppe De Marzo
Rita Salvatore
Tiziana Irti
Enrico Stagnini
Stefania Pezzopane
Guido Morini
Maria Laura Coletti
Enrico Sgarella
Maurizio Zola
Carlo Marchetti
Anna Pedone
Francesca Bariviera
Orietta Paciucci
Mario Cacciottoli
Stefano Almonte Lalli
Massimo Zaffiri
Antonio Buttiglione
Claudio Riccio
Armando Ardizzoni
Giuliana Lisi
Irene Barbi
Elisa Cerasoli
Nicolò Ficara
Se vuoi aggiungere la tua firma, invia una email all’indirizzo: risposteperlaquila@gmail.com

4 thoughts on “Ai capi politici delle Coalizioni delle prossime elezioni politiche di febbraio 2013

  1. ASSOCIAZIONE NAZIONALE DIFESA DEL SUOLO

    I dissesti che ormai quotidianamente colpiscono l’intero territorio nazionale non sono conseguenti solo alle mutate condizioni climatiche ed all’aumento delle temperature, ma sono “figli” di una gestione inadeguata del territorio, come della mancanza di un attento monitoraggio e di opere, spesso “improprie”, di prevenzione delle situazioni a rischio determinate, quest’ultime, dalla presenza “antropica” e dalle ferite inferte al territorio per la realizzazione di insediamenti, spesso selvaggi, e di infrastrutture, spesso inutili o sovradimensionate.

    La protezione ambientale dipende da una corretta gestione del suolo e implica un’accurata conoscenza della risorsa. Questa è una necessità impellente se consideriamo che gran parte del territorio abruzzese mostra preoccupanti fenomeni di degrado.

    Manca, invero, una adeguata formazione degli stessi tecnici, pubblici e liberi professionisti, e delle imprese troppo spesso, gli uni e le altre, con competenze e conoscenze generaliste, non specialistiche; manca troppo spesso l’approccio ai problemi del territorio con studi multidisciplinari, che vedano a fianco geologi, ingegneri, paesaggisti, tecnici e specialisti di tecnologie innovative nel settore, per soluzioni realizzabili in tempi brevi e costi ridotti.

    Per contribuire a colmare questa lacuna l’ Associazione Nazionale Difesa del Suolo (A.Di.S.) opera da due lustri con una costante azione di formazione attraverso convegni, stage, giornate di studio, workshop, visite tecniche e proposte legislative.

    La conoscenza è essenziale come la necessità di formare specialisti, sia tra i tecnici che nelle imprese, della difesa del suolo e degli interventi per la previsione, prevenzione e la riduzione del rischio idrogeologico.

    Gli uni e le altre sono troppo spesso chiamati ad interventi differenziati, dall’edilizia alla impiantistica, dalla viabilità alla geotecnica, senza che la legge e le normative richiedano specifiche conoscenze e formazioni, con la conseguente “approssimazione” per difetto delle progettazioni e delle opere; inoltre, affrontare un sistema territoriale, insieme di ambiente naturale e costruito, dal punto di vista della sostenibilità, implica, la necessità di ristabilire legami corretti tra popolazione e ambiente, tra risorse ambientali e lavoro umano, tra economia ed ecologia.

    Bisogna investire sul territorio comprendendo che la spesa per l’emergenza è almeno dieci volte superiore ai costi di una attenta prevenzione e troppo spesso, nell’emergenza come nella quotidianità, gli interventi sul suolo sono realizzati sulla base di progetti “fotocopia”, con indagini geologiche e geotecniche approssimative, opere puntuali che non tengono conto del territorio nel suo complesso, frutto del clientelismo elettorale e localistico, con finanziamenti a “pioggia” e provenienti da ministeri ed enti diversi.

    Non sono, altresì, esaustivi i numerosi piani (leggi PAI) e la pletorica (e costosa) cartografia prodotti senza una puntuale e condivisa conoscenza, tra tecnici ed imprese, tra amministratori locali e parti sociali, delle problematiche, delle emergenze, delle modalità d’intervento e delle tecnologie innovative da applicare, senza una nuova cultura della qualità nelle scelte progettuali ed esecutive.

    Segnaliamo le numerose attribuzioni delle competenze sui fiumi e per la gestione delle acque, le esigue risorse disponibili, l’assenza di direttive per la progettazione e sulle tecnologie innovative da applicare.

    Basta pensare a quanto avviene con i fiumi che sono lasciati al quasi totale abbandono in carenza di normative che stabiliscano le competenze tra regione, province e comuni, sulle aste fluviali principali e secondarie ed a causa di veti ambientalisti ideologici e che vietano la ripulitura degli alvei, il consolidamento strutturale degli argini e il prelievo di inerti, tutti elementi che nel tempo, in assenza di adeguata manutenzione, determinano pericolose esondazioni.

    Per non parlare degli interventi preventivi, della assenza di vasche di espansione e delle polemiche sulle scelte progettuali; ma nel frattempo molte zone industriali, aree che ospitano grossi centri commerciali, infrastrutture viarie e centinaia di altri siti , sono a grave rischio esondazione, ma nulla si programma, nessuno interviene.

    Per le normative datate e le problematiche di gestione è necessaria sicuramente una legge regionale per il riordino delle competenze sui corsi d’acqua.

    Basti pensare alle frane, dalle più ridotte a quelle più “famose” , ed alla approssimazione degli interventi di somma urgenza senza una preventiva analisi dei fenomeni ed una ricerca delle tecnologie più innovative da applicare, anche in presenza di emergenze e valori ambientali da tutelare.

    Occorrono azioni coordinate e professionalità nella difesa del suolo.

    L’obiettivo che va perseguito è quello di favorire condivisione tra i tecnici di un patrimonio comune di esperienze e di conoscenze, e della redazione di percorsi progettuali di qualità, omogenei e sinergici, ai quale debbano uniformarsi gli Enti perle opere di difesa del suolo.

    Non esistono strutture pubbliche che svolgano un compito di aggregazione di tutti i soggetti che debbono intervenire sul territorio, dagli enti alle imprese, dai progettisti alle aziende.

    Carlo Frutti, Presidente Nazionale A.Di.S.
    http://www.difesadelsuolo.it

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